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Fundera, Concrete e Buildbull: Consob rilascia le prime autorizzazioni nazionali di crowdinvesting

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Eppur si muove! Fundera, Concrete e Buildbull sono le prime tre società italiane a ricevere la licenza nazionale, come previsto dal regolamento europeo 2020/1503. A darne notizia il sito della Consob, che ha pubblicato le delibere di autorizzazione lo scorso 26 ottobre. L’Italia, finalmente, si mette al passo con gli altri partner europei, alcuni dei quali, come la Spagna, rilasciano licenze già dall’inizio del 2022.

Praticamente noi arriviamo in piena zona Cesarini… la tagliola finale, infatti, è quella del 10 novembre. Dopo quella data, le piattaforme italiane che non avranno ottenuto la licenza non potranno più raccogliere denaro. Questa regola vale sia per l’equity, sia per il lending crowdfunding professionale, cioè quello che va dai privati verso le aziende. Di fatto la tradizionale distinzione tra le due tipologie di raccolta ha ormai poco senso: meglio parlare direttamente di crowdinvesting.

Leggi anche – Mercato europeo del crowdfunding: approvato il regolamento Consob. Ora l’Italia è pronta a partire

Le tre piattaforme italiane

Tornando alla notizia principale, le tre società autorizzate corrispondono a tre piattaforme italiane, che potranno ora sollecitare e sollecitare investimenti sia in Italia, sia negli altri paesi comunitari, secondo quanto previsto dal nuovo mercato unico del crowdfunding. Chi sono? Due si occupano di real estate, la milanese Concrete Investing e la romana Buildbull. La prima è già un player consolidato nel settore, mentre la seconda ha appena acceso i motori, arrivando sul mercato proprio grazie alle opportunità create dal nuovo set di regole europee. La terza autorizzata è la genovese Fundera, che fa parte del gruppo Frigioli & Partners Merchant e che ha un taglio più generalista.

Ormai solo una manciata di giorni ci dividono alla data critica del 10 novembre e mancano ancora all’appello tanti nomi noti del crowdfunding nazionale. Legittimo attendersi una pioggia di autorizzazioni in settimana, con la possibilità anche di qualche sorpresa. Qualcuno, infatti, potrebbe anche decidere di non proseguire l’attività, visto il deciso aumento dei costi di autorizzazione e di gestione.

Guardando fuori confine, la corsa all’ultimo secondo non riguarda solo l’Italia. Anche l’Irlanda è arrivata in forte ritardo. Solo la scorsa settimana, infatti, è arrivata la notizia dell’autorizzazione locale al colosso UK Seedrs, attesa già dall’agosto del 2022. In questo modo la piattaforma britannica potrà giocarsela alla pari con Crowdcube, altra grande piattaforma inglese, già autorizzata in Spagna nella primavera dello scorso anno. 

a cura di Luca Francescangeli