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Forno Brisa: come sfornare un round da record

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Indice

Forno Brisa, il panificio indipendente e ribelle, ha già raccolto più di 3.6 milioni di euro su Mamacrowd e ora punta al traguardo massimo dei 4 milioni. La campagna è ancora attiva e sarà disponibile qui fino a metà marzo. 

Di fatto è già una delle campagne italiane più grandi del 2023, a dimostrazione che il crowdfunding può essere uno strumento utile anche per dare forza a modelli di business che si sviluppano nell’ambito di settori tradizionali, in questo caso quello del pane e dei prodotti da forno. 

Forno Brisa oggi dà lavoro a 40 persone tutte under30, potendo contare su 5 punti vendita già aperti, un laboratorio di pane, pizza e dolci, uno di cioccolato, una torrefazione e un’azienda agricola. Un buon indicatore di salute è il fatturato: quadruplicato tra il 2017 e il 2022. 

Il team di Forno Brisa

L’azienda bolognese è alla sua seconda campagna di finanziamento online: la prima era stata fatta a cavallo tra il 2019 e il 2020, sempre su Mamacrowd, raccogliendo 1.2 milioni di euro che arrivarono da 357 nuovi soci.

Per capire meglio come è stato costruito – anzi, sfornato – il successo di questa raccolta dal basso, abbiamo fatto due chiacchiere con Pasquale Polito, co-founder di Forno Brisa. 

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Partiamo dalla compagine societaria. Chi sono gli investitori di Forno Brisa?

“Gli investitori sono fornitori, colleghi, collaboratori, clienti, amici e persone della community – risponde Polito – insieme a un notevole numero di persone che solitamente investono piccole o grandi cifre sulla piattaforma Mamacrowd e che non ci conoscevano prima. La novità di questa campagna è che sono entrati anche investitori professionali che hanno validato l’operazione, aumentandone la reputazione e al tempo stesso portando competenze e relazioni all’interno del sistema Breaders. Per questo, abbiamo previsto un sistema di governance che tutela gli investitori e la vision”.

La campagna crowdfunding su Mamacrowd sta andando molto bene. Come vi siete preparati a questa campagna a livello di comunicazione e marketing? 

Davide Sarti e Pasquale Polito, founder di Forno Brisa

“È stato un concerto: punti vendita, network di soci e sostenitori, eventi in tutte le città e anche network di nuovi investitori illustri. Il potere di un sistema a rete è questo”.

A cosa serviranno i fondi raccolti via crowdfunding? Nella campagna parlate di 15 nuove assunzioni, ma ci sono anche altre novità in arrivo? 

“Tra i progetti futuri ci sono punti vendita, nuovi laboratori, un mulino e una piattaforma digitale per efficientare il lavoro e rendere trasparenti e accessibili i dati aziendali a tutto il team”.

Ecco, il mulino. Cos’è questo Mulino Collettivo che dovrebbe nascere in Abruzzo e come funzionerà?

“Secondo i nostri piani il mulino sorgerà sulle colline pescaresi e inizierà a produrre ufficialmente nel settembre 2024. Lo gestiremo direttamente noi insieme al comitato scientifico della filiera del pane, costituito dagli imprenditori che sono diventati nostri soci, con lo scopo di guardare insieme al futuro”.

Quale consiglio dareste a una startup o PMI che sta pensando di lanciare un aumento di capitale via crowdfunding?

“Prima di tutto studiare bene lo strumento crowdfunding, leggere i dati di tutte le campagne esistenti e circondarsi di advisor d’eccellenza – conclude Pasquale Polito, co-founder di Forno Brisa – Noi lavoriamo con Federico Dettori e altri avvocati del gruppo Gop, Carlo Stanzani della Cst consulting, Fabio Nalucci di Fndx, più conosciuto per la sua impresa Gellify, Luigi Tinti notaio esperto e Michela Salvateli di Hiskills per la formazione manageriale, oltre che con l’agenzia di comunicazione Freel per tutti gli aspetti di media relations. 

L’errore più grande da evitare è quello di pensare di fare una campagna crowd solo per raccogliere denaro. Prima serve una rete, una comunità attiva, fatta di relazioni sincere, un piano di investimento e di business fattibile e concreto ma anche coinvolgente. Secondo la nostra esperienza, per essere sostenuti da una folla serve qualcosa di autentico e che sia pubblico in senso completo, così la parola pubblicità può riacquisire dignità, non basta un bel video.

Lo store di Forno Brisa

Infine scegliere bene la piattaforma, chiedere feedback, prendersi tempo (9-12 mesi) per preparare la campagna di raccolta e assicurarsi che molte persone siano pronte a investire nella società già prima dell’inizio della campagna. Il dimensionamento della raccolta deve essere adeguato alla possibilità organizzativa di realizzare i progetti, in quanto il piano d’azione è fondamentale”.

articolo a cura di Luca Francescangeli