Cosa fa NETtoWORK e quale problema risolve?
NETtoWORK è una startup innovativa fondata a Torino, che opera nel mercato del recruiting, e intende facilitare l’incontro tra i candidati e le aziende.
Proponiamo uno strumento con delle caratteristiche in grado di rispondere a diverse esigenze, da una parte quella dei candidati di farsi notare ed emergere agli occhi delle aziende, dall’altra alle aziende di fare i raggi x ai candidati.
Il nostro target principale è costituito da aziende medie e piccole in cui le selezioni sono per la maggior parte delle volte fatte direttamente dall’imprenditore, che però non è un selezionatore di professione e non ha sufficiente tempo a disposizione per dedicarsi a questa attività.
Per questo ha bisogno di uno strumento semplice e rapido da utilizzare e noi con NETtoWORK offriamo una soluzione a tutto questo grazie alla nostra piattaforma.
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Come funziona esattamente la vostra piattaforma?
NETtoWORK non è la classica piattaforma che propone semplicemente annunci di lavoro. Da una parte i candidati emergono e si distinguono realmente agli occhi delle aziende grazie ad alcune leve strategiche. Queste ultime sono rappresentate da video CV, dal superamento dei test cognitivi e dai test personalizzati che le aziende possono inviare ai candidati, che consentono ai candidati anche di formarsi e di acquisire delle certificazioni delle loro competenze. Inoltre, grazie a NETtoWORK i candidati possono ottenere delle recensioni da parte delle aziende ed avere un contatto diretto con i selezionatori utilizzando la chat.
Dall’altra parte le imprese possono valutare i candidati in modo rapido ed efficace, riuscendo ad intercettare i migliori talenti. Questo avviene con i filtri precisi e puntuali, tra cui ad esempio anche quello aggiunto ultimamente che riguarda i candidati con Partita Iva, la visione del video CV, la lettura delle recensioni ricevute dal candidato, la possibilità di sottoporre dei test personalizzati a tempo ai candidati per valutarne le competenze tecniche in modo oggettivo.
L’azienda ha anche modo di illustrare ai candidati come trattiene e sviluppa il potenziale dei suoi dipendenti (Employer Branding).
Azienda e candidato possono entrare subito in contatto diretto, via chat oppure telefonicamente.
Come avviene inizialmente il matching?
Il candidato ha visibilità diretta di profili delle aziende situate nel suo territorio; infatti, siamo fortemente geolocalizzati e questo consente a chi cerca lavoro di conoscere aziende che si trovano nelle vicinanze e che magari non si conoscevano prima.
L’azienda allo stesso tempo grazie a video e presentazioni può essere “visitata” dal candidato. Questo perché è necessario che anche il lavoratore capisca se l’azienda è quella giusta per lui e la conosca adeguatamente.
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Il vostro mercato di riferimento è quello dell’HR Tech. Che caratteristiche presenta oggi questo settore?
Il mercato HR Tech è sicuramente iper presidiato ed offre grandi soddisfazioni agli investitori. Basti pensare che ci sono state circa 80 operazioni di exit a livello europeo negli ultimi 4 anni.
Con NETtoWORK ci siamo posizionati in questo settore realizzando una innovativa piattaforma web che unisce tecnologia e servizi per aziende e lavoratori, con focus specifico sulle PMI.
Da dove derivano i vostri ricavi?
I ricavi provengono principalmente dalla vendita di un abbonamento annuale alle Aziende, il cui prezzo attuale varia fra i 900 ed i 1.300 euro, IVA esclusa. I prezzi hanno subito un aumento costante negli ultimi 12 mesi (+100% rispetto a fine 2018) e stanno continuando ad aumentare mese dopo mese, grazie alla domanda in continua crescita che ha permesso a NETtoWORK di sviluppare una costante fatturazione attiva.
Che risultati avete ottenuto fino ad ora?
Abbiamo lanciato il nostro mvp on line a maggio 2017, siamo cresciuti molto nel tempo e siamo riusciti ad arrivare ad oltre 38 mila utenti e 580 aziende, con un portafoglio clienti in continua evoluzione.
Abbiamo chiuso già il 2018 ed il 2019 in utile e oggi siamo in condizione di scalare e allargare la nostra presenza in tutta Italia e anche all’estero.
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Qual è il vostro valore aggiunto, ciò che vi distingue rispetto ai competitor?
Con NETtoWORK ci rivolgiamo ad una fascia non presidiata, quella delle piccole e medie aziende, a cui offriamo uno strumento agile per selezionare dipendenti e collaboratori e abbiamo introdotto in queste realtà il concetto di assesment.
C’è anche da dire che molto spesso proprio le PMI si rivolgono alle agenzie interinali, ma noi non intendiamo sostituirci a queste ultime.
I candidati possono usufruire di una sorta di social network del lavoro. Con questo non vogliamo dire di essere in competizione con LinkedIn, ma applichiamo un modello simile a contesti diversi, non di grandi multinazionali, e con tanti filtri di ricerca in più.
Altro elemento che ci distingue è quello che amiamo definire il nostro mantra: riusciamo a far ottenere alle aziende l’ottimizzazione dei tempi di selezione a costi limitati. Grazie al nostro sistema di digitalizzazione del processo di selezione il numero di colloqui diminuisce.
Questo ci consente anche di stare al passo con i tempi e con le tecnologie che stanno sempre di più entrando nella gestione del rapporto di lavoro e dello svolgimento delle attività lavorative. Si pensi a questo proposito al tema dello smart working così attuale in questo momento.
Oltre alle loro competenze tecniche i candidati hanno la possibilità su NETtoWORK di far conoscere ai selezionatori anche le loro attitudini personali, le cosiddette soft skill?
Si questo avviene con il test JTI- Jung Type Indicator– che il candidato sostiene al momento dell’iscrizione sulla piattaforma. Si tratta di un test ideato dal noto psicanalista Jung nell’ambito della cornice concettuale della teoria dei tipi che serve a delineare la personalità del candidato attraverso degli indicatori oggettivi.
Avete da poco lanciato la vostra seconda campagna di equity crowdfunding su Opstart. La prima come è andata e quando l’avete realizzata?
La prima campagna l’abbiamo realizzata tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, ci ha consentito di raccogliere 87k e l’obiettivo minimo era 50k. Abbiamo affrontato quel primo round con meno di 1000 candidati utenti e zero fatturato, ma comunque abbiamo raggiunto un ottimo risultato. Con quei fondi abbiamo fatto investimenti importanti che ci hanno portato a triplicare il valore aziendale.
Perché avete scelto lo strumento dell’equity per ben due volte?
Innanzitutto siamo rimasti molto soddisfatti del primo round e ci sono piaciute tanto le dinamiche di questa modalità di raccolta di fondi, in cui crediamo molto.
Del resto i numeri dell’equity sono in crescita e questo strumento di finanza alternativa è sicuramente molto efficace. Per questo c’è che augurarsi che l’equity crowdfunding in Italia si possa diffondere sempre di più raggiungendo, ad esempio, i numeri importanti di altri paesi quali UK e Stati Uniti.
Cosa vi aspettate da questo secondo round?
Siamo già in overfunding e questo non può che renderci ottimisti, crediamo che questa seconda partita possa darci buoni risultati anche perché la nostra azienda è cresciuta molto rispetto alla prima campagna che già ci aveva dato ottimi esiti.
Dopo la campagna quali sono i progetti di NETtoWORK per il futuro?
Il nostro business model è estremamente scalabile ed i costi di ingresso nei nuovi mercati sono molto bassi, per questo riteniamo di essere in grado di poter raggiungere anche i mercati europei, tra cui in particolare puntiamo subito a quello spagnolo.
Come ogni digital company dobbiamo competere sul mercato internazionale, perché un business scalabile che sia davvero tale non deve avere confini. Per questo abbiamo già registrato il nostro marchio già registrato in tutti i Paesi dell’UE.
Ci lasci un messaggio finale per la platea degli investitori, con particolare riferimento quelli non professionali che magari hanno meno strumenti e conoscenze tecniche?
Per questo con riferimento a NETtoWORK, gli direi di guardare ai risultati positivi già raggiunti, al mercato di riferimento, ai ricavi ottenuti e alle ottimizzazione dei costi, alla scalabilità del modello di business e, perché no, anche ai vantaggi fiscali a disposizione per chi investe, ovvero la detrazione IRPEF del 50%.