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Super raccolta per il cerotto che dimezza i tempi di guarigione

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alice michelangeli cso prometheus

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Viene da Mirandola, in provincia di Modena, il super cerotto Made in Italy che ha già raccolto in crowdfunding 2.4 milioni di euro e che promette di rivoluzionare il trattamento delle lesioni gravi e non solo. Bruciato in 24 ore il target minimo di raccolta (1.6 milioni), ora la startup Prometheus punta al traguardo massimo, fissato a 2.6 milioni su Mamacrowd. La campagna si chiude l’8 maggio, però a livello di raccolta siamo già molto vicini alla fine. 

Il cerotto si chiama Ematik Patch ed è un cerotto riassorbibile e personalizzato per le lesioni gravi, come piaghe, ustioni ed ulcere, che combina il sangue del paziente a biopolimeri stampati in 3D, che possono dimezzare i tempi di guarigione, senza lasciare cicatrici. Ematik è già utilizzato con successo nel settore veterinario e ora vuole entrare nel mercato ospedaliero, perché spiegano dall’azienda: “Il nostro cerotto può trovare applicazione in ospedali e cliniche. In Europa le strutture sanitarie sono circa 22.000 e l’affluenza giornaliera nei centri che hanno all’interno il reparto di vulnologia è in media di 60 pazienti al giorno, più di 10.000 l’anno”. 

Ematik Patch è il prodotto di punta della Prometheus, una PMI innovativa biotech che opera nel campo della medicina rigenerativa. Il team Prometheus nasce nel 2017 ed è composto da tre giovani biotecnologi: Riccardo Della Ragione, Alice Michelangeli e Valentina Menozzi. La loro idea è quella di coniugare le biotecnologie e la stampa 3D. I  fondatori si sono conosciuti all’università di Parma per poi continuare a formarsi in ambiti differenti da quello biologico: automazione-ingegneria, qualità e finanza. In particolare, Riccardo ha maturato più di 6 anni di esperienza come progettista meccatronico e ha forti competenze in management. Alice ha sviluppato competenze finanziarie, approfondite durante un master dedicato ai dispositivi medici, svolto presso Medtronic, la più grande azienda di dispositivi medici al mondo. Valentina ha lavorato nel reparto di Ricerca e Sviluppo presso Chiesi Farmaceutici Spa e ha più di due anni di competenze maturate nell’ambito regolatorio per la certificazione di dispositivi medici.

Per capire meglio il piano di sviluppo e le prospettive di questa innovativa PMI, abbiamo intervistato Alice Michelangeli, CSO di Prometheus.

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Quanti posti di lavoro saranno creati a seguito dell’aumento di capitale?

“Assumeremo a breve tre persone. Poi, entro la fine del 2024 prevediamo di inserire altre otto figure all’interno del nostro team dinamico e multidisciplinare”.

Il goal massimo di raccolta è già vicino, ma la campagna terminerà solo l’8 maggio. Verrà ritoccato al rialzo?

“No, perché il fabbisogno finanziario è basato su un piano operativo ben definito. Per questo motivo non verrà aumentato il target di raccolta anche in caso di overfunding”. 

Il vostro principale obiettivo è terminare i test per l’utilizzo umano di Ematik Patch. Dopodiché dove sarà venduto? Avete piani di espansione fuori dai confini nazionali? 

“Assolutamente sì, Ematik Patch è un prodotto con un respiro internazionale, l’obiettivo è partire fin da subito con la distribuzione sia in Italia che in tutta Europa, dove ci sono circa 22.000 strutture sanitarie che potrebbero utilizzarlo”.

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Siete alla seconda campagna di raccolta in crowdfunding, la prima volta avete raccolto un milione di euro in due giorni nel 2021. Chi sono gli investitori che finora hanno scelto di sostenere Prometheus? 

“Abbiamo diverse tipologie di investitori, dai puri investitori crowd a holding di investimento, a imprenditori – conclude Alice Michelangeli, CSO di Prometheus – Quello che abbiamo cercato di costruire in questi anni è una compagine diversificata che contenesse all’interno persone con diversi background e che potessero supportarci nei vari ambiti di sviluppo dell’azienda, dalla produzione alla commercializzazione”.

L’aumento di capitale massimo a cui punta Prometheus è di 3 milioni di euro, divisi tra 2.6 milioni di crowdfunding e 400mila euro riservati a investitori già presenti. 

Tra i sostenitori del progetto che non vengono dal crowdfunding segnaliamo Andrea Chiesi, di Chiesi Farmaceutici Spa e il professor Antonino di Pietro, dermatologo ed esperto nei trattamenti clinici ed estetici, che è interessato alle applicazioni di questo prodotto medicale per il trattamento delle rughe e per la ricrescita dei capelli.

a cura di Luca Francescangeli