La raccolta in equity crowdfunding del 2022 sarà più bassa di quella del 2021. Il settore registra una contrazione per la prima volta, in quasi 10 anni di storia. La conferma è arrivata dalla presentazione, lo scorso 24 novembre, dei dati del Politecnico di Milano sulla finanza alternativa.
Il calo è stato del 10% nel primo semestre 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per un totale di 59 milioni raccolti. Nel 2021 erano stati raccolti in tutto più di 142 milioni di euro: una cifra che quest’anno appare impossibile da raggiungere.
Vista la situazione, abbiamo chiesto a tre piattaforme italiane – Mamacrowd, CrowdFundMe e WeAreStarting – di spiegarci cosa sta succedendo e cosa possiamo attenderci per il prossimo anno. Le loro risposte sono qui sotto. Dentro troviamo molti spunti interessanti!
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Carlo Allevi – WeAreStarting

Iniziamo da Carlo Allevi, founder e CEO di WeAreStarting, piattaforma che nel 2022 è cresciuta: “I motivi della flessione nel settore sono molti e credo che nel 2022 si sia verificata la tempesta perfetta. In primis, l’inflazione e l’aumento dei tassi hanno ridotto la quota disponibile per investimenti illiquidi. Inoltre ha pesato molto l’incertezza nella transizione alla regolamentazione UE: l’Italia è in ritardo e i portali hanno probabilmente messo in stand-by diversi investimenti in attesa di sviluppi. Infine, come dimostrano i dati, mediamente i default precedono le exit positive in un portafoglio di venture capital, motivo per cui alcuni investitori, anche se molte realtà finanziate stanno crescendo, hanno interrotto gli investimenti spaventati da qualche esito negativo o in attesa di monetizzare qualche investimento precedente”.
Tommaso Baldissera Pacchetti – CrowdFundME

C’è poi Tommaso Baldissera Pacchetti, founder e CEO di CrowdFundMe, che punta l’attenzione sul comportamento di investitori e venture capital: “Nel 2022, a causa del delicato contesto economico internazionale, impattato dalle tensioni geopolitiche, è diminuita in tutto il mondo la propensione al rischio degli investitori. Sono calati gli investimenti di venture capital anche in mercati molto dinamici, come Usa e Uk. Questo scenario si è riflesso anche in Italia nel settore della finanza alternativa, tuttavia, nonostante le circostanze complesse, come CrowdFundMe abbiamo deciso di continuare a evolverci. Quest’anno, infatti, abbiamo finalizzato l’acquisizione di Trusters per espandere la nostra offerta di opportunità d’investimento”.
Dario Giudici – Mamacrowd

Simile la lettura di Dario Giudici, founder e CEO di Mamacrowd: “Credo che il leggero rallentamento dell’equity crowdfunding sia un effetto della generale difficoltà dei mercati azionari e quindi delle società quotate. Certo, il crowdfunding coinvolge principalmente startup e PMI non quotate, ma se il mercato azionario entra in crisi, gli effetti negativi li vediamo a cascata in tutti i settori dell’economia reale. Le aziende e gli investitori sono spaventati, inutile negarlo, ma ritengo sia solo una fase transitoria”.
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Cosa dobbiamo aspettarci per il mondo dell’equity crowdfunding nel 2023?
Carlo Allevi è possibilista e ricorda come serva attuare subito in Italia il regolamento europeo sugli ECSP: “Auspicando una migliore situazione economica generale, credo che nel 2023 matureranno alcuni casi di successo e questo dimostrerà la validità dell’equity crowdfunding come strumento per investire. Nel 2023 sarà completata la transizione al regolamento UE e i portali più finanziariamente solidi aumenteranno gli investimenti in marketing e per migliorare la user experience. Spero infine che gli operatori della finanza tradizionale e le istituzioni comprendano appieno il potenziale e l’utilità dell’equity crowdfunding a sostegno dell’economia reale italiana e che quindi lo supportino significativamente. Prevedo che la raccolta 2023 sarà in moderato aumento rispetto al 2022, per poi crescere in modo più sostenuto dal 2024, quando il contesto generale si sarà assestato”
Tommaso Baldissera Pacchetti sceglie la prudenza: “Molto dipenderà dall’evoluzione del contesto internazionale, su cui ci sono molte incognite. In ogni caso, CrowdFundMe sta elaborando una strategia basata su partnership strategiche e un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali, perché possono fare da traino per gli investitori retail. L’equity crowdfunding può essere un’occasione per tutti, anche durante le congiunture più complesse, che in molti casi sono occasioni di crescita per chi fa innovazione”.
Più ottimista, infine, Dario Giudici: “Mi aspetto un 2023 in crescita per l’equity crowdfunding italiano. Questo perché le nostre campagne raccolgono capitale per aziende in cui contano i fatti come margini, fatturati e tassi di crescita. Non le fluttuazioni del mercato azionario. Peraltro in Mamacrowd siamo andati in controtendenza, crescendo anche quest’anno, soprattutto grazie a numerose campagne che hanno superato il milione di euro e una – quella di Innovative-RFK – che ha segnato il record dei 5 milioni”.
La parola passa ora al 2023. D’altronde mancano ormai pochi giorni. L’equity crowdfunding tornerà a crescere, dimostrando che la flessione di quest’anno è stata solo un incidente di percorso oppure ci troveremo davanti a un problema sistemico?
articolo a cura di Luca Francescangeli