Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria e anche noi di Equity Crowdfunding News e di SCAI Comunicazione vogliamo fare la nostra parte. Per questo abbiamo lanciato la campagna Capitale Donna. Vogliamo fare luce sul rapporto tra donne e investimenti, mettendo a disposizione risorse utili. Parliamo d’investimenti in senso lato, non solo via crowdfunding.
Esiste, infatti, un problema di gender gap. Secondo un recente studio della banca online N26, ad esempio, le donne investono il 29% in meno rispetto agli uomini, ma quasi 2 su 3 intendono investire di più nel 2022.
C’è poi un problema legato alla scarsa educazione finanziaria in Italia, che tra i paesi del G20 occupa il penultimo posto su questo specifico aspetto. Inoltre, molte donne italiane non lavorano (circa il 43% della popolazione femminile attiva, 7 milioni di persone) e anche quando lavorano scontano loro malgrado numerose differenze di genere che le svantaggiano, come il gap reddituale e pensionistico, dovuto alle carriere intermittenti, spesso causate da situazioni familiari, che impattano negativamente sulla loro capacità di risparmio.
Tra gli esperti che abbiamo coinvolto per Capitale Donna, c’è Laura Tardino, autrice del libro “Piccole donne investono”. Alla Tardino abbiamo fatto qualche domanda su donne e investimenti.
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Perché le donne investono meno degli uomini?
Perché è stata per secoli roba da uomini, perché non si sentono sicure in materia, perché fino a qualche anno fa non avevano un reddito che glielo permettesse, perché non piace (come molte cose che non si conoscono). Non mi stupisce per nulla insomma. Non sono io a dirlo, ma ci sono tanti studi interessanti a confermarlo. Io posso solo raccontare la mia esperienza e la difficoltà nel fare capire il mio lavoro a tante donne che non appartengono al mondo finanziario.
Ho iniziato a lavorare nella gestione del risparmio circa 24 anni fa e la mia sala di gestione era al 70% maschile. Inutile dire che ai posti di comando questa percentuale saliva oltremodo. Oggi gradualmente, molto gradualmente, le cose stanno cambiando ma credo che ci siano ancora enormi differenze e che il settore finanziario rimanga molto maschile, al punto che vedo più frequentemente donne adeguarsi agli uomini piuttosto che uomini prendere spunto dalla diversità femminile.

Credo che in molte sale di gestione ci siano ancora solo uomini ma a volte mi assale il dubbio che un po’ sia anche colpa nostra. Se tutto ciò è vero professionalmente, figuriamoci privatamente. Ma a me piace guardare al futuro e almeno privatamente dove continuo a credere che ognuno sia faber fortunae suae penso ci siano enormi spazi di miglioramento. Non importa che le donne cui piace lavorare nella finanza siano poche, insomma, perché ognuno si deve realizzare in ciò che piace ma è importante avere un lavoro qualunque esso sia, guadagnare, risparmiare e investire.
Sì, perché oggi molte donne non sono più casalinghe o mamme a tempo pieno e hanno accesso a tanti strumenti che in maniera semplice ed accattivante possono avvicinarsi alla finanza. Insomma io ho sempre più giovani amiche che lavorano nei campi più disparati, guadagnano, hanno la possibilità di risparmiare e con qualche nozione di finanza potrebbero essere pronte ad investire responsabilmente usando una piattaforma digitale o un consulente finanziario. È la parola responsabilmente su cui metterei l’accento. A me fanno paura quelle giovani amiche che mi chiedono in prima battuta del Bitcoin, per intenderci.
Cosa si può fare per superare questo gap?
Avvicinare le donne alla finanza, investendo sulle giovani. A scuola non si parla quasi mai di denaro e di investimenti, per esempio. Parlare in maniera semplice di azioni e obbligazioni, renderle alla portata di tutti sfatando i luoghi comuni che relegano la finanza ai cervelloni o agli imbroglioni può contribuire ad avvicinare sempre più donne a questo mondo rimasto per troppo tempo ad esclusivo uso e consumo degli uomini. Parlarne come si fa con il cinema, la letteratura, i viaggi, la moda, il benessere, perché la finanza e le scelte di investimento sono una parte importante della nostra vita e possono aiutarci a stare meglio rendendoci ancora più indipendenti, permettendoci di programmare meglio il nostro futuro economico per esempio quando avremo finito di lavorare.
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Il crowdfunding è una modalità d’investimento che può aiutare la crescita degli investimenti rosa?
Non mi occupo di crowdfunding e dunque non ho alcuna esperienza in materia ma credo che esuli dagli investimenti di cui parlo io nel mio libro “Piccole Donne Investono”.
Il crowdfunding al femminile mira a facilitare l’accesso al credito da parte delle donne che volessero ottenere un finanziamento per creare una loro azienda (si parla spesso di startup). È bene non fare confusione tra le due cose. Investire il proprio denaro per la creazione di un’azienda è una cosa, investire il proprio denaro per far crescere i propri risparmi è un’altra.
Le donne sono indietro su entrambe ma il mio lavoro ed il mio libro si riferiscono alla seconda. Favorire l’accesso delle donne a forme alternative di finanziamento per creare nuove aziende potrebbe certamente aumentare il numero di donne imprenditrici, donne con reddito da investire e quindi investimenti rosa.
Visto dall’altra parte, quella di chi mette i capitali, il crowdfunding permette di investire nelle azioni di startup che per definizione sono aziende agli inizi, la cui solidità in termini reddituali è purtroppo tutt’altro che certa, e dunque sulle quali suggerirei un’esposizione assolutamente contenuta, anche perché il grosso limite, ad oggi, a mio giudizio è la non diversificazione, ovvero il puntare solo su una società a differenza di quanto normalmente accade investendo per esempio in un fondo comune di investimento o in un ETF, che permettono di esporsi con un unico investimento a centinaia di società.
Per chi ci legge e vuole approfondire: vogliamo citare qualche buona pratica d’investimento al femminile e/o persone da seguire su questo argomento?
L’investimento per accrescere i propri risparmi non ha sesso, inutile distinguere dunque tra pratiche femminili e maschili, ma richiede una buona preparazione e il continuo aggiornamento per via delle tante notizie che influiscono sui mercati finanziari. In generale, se non si ha una conoscenza approfondita meglio affidarsi a chi ce l’ha, ovvero un consulente finanziario. Tanti sono ormai donne.
Consiglio però di non arrivare impreparate (mai!) e dunque può essere utile seguire i notiziari economici, sbarcati orami anche su Instagram (tra quelli internazionali CNBC, MarketWatch, Bloomberg sono quelli a mio giudizio più completi) o le modernissime piattaforme digitali come Finimize (ma ne esistono molte ormai) che in maniera molto semplice e con una grafica pop molto efficace spiegano cosa succede, oppure le influencer che dismessi i panni delle femmes fatales oggi sono ottime educatrici finanziarie. A me piacciono molto Pecuniami e Ladynomics. Inutile dire che l’offerta maschile è senza ombra di dubbio maggiore ma forse anche più scontata.
Capitale Donna: una campagna informativa indipendente
Di sicuro serve più informazione, perché da una migliore informazione può arrivare più consapevolezza e più fiducia. Ma è anche necessario affrontare le storiche diseguaglianze di genere, dallo scarso coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro al divario salariale. Solo così possiamo aiutare le donne ad affrontare le sfide uniche di questo panorama, per investire in piena fiducia e livellare il campo di gioco.
Capitale Donna è una campagna informativa indipendente, sostenuta da diverse organizzazioni pubbliche e private e che ha l’unico scopo di favorire l’accesso delle donne agli investimenti. Per saperne di più visita il sito www.capitaledonna.it
Appuntamento per il nostro evento principale del prossimo 24 ottobre a partire dalle ore 17.00 sui nostri canali social, utilizzando questi link per Facebook e per Linkedin.
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