Il crowdfunding come materia di studio all’università. Quali sarebbero i vantaggi per gli studenti? Quali le sfide da vincere per insegnare una materia ancora in evoluzione e che abbraccia molti ambiti differenti?
Lo abbiamo chiesto alla professoressa Regina Lenart-Gansiniec, che insegna management all’Università Jagellonica di Cracovia, la più antica università della Polonia. L’occasione è stata l’uscita, qualche settimana fa, del libro “Crowdfunding in Higher Educations”, scritto proprio dalla Lenart-Gansiniec, insieme ai professori Sebastian Späth e Karsten Wenzlaff dell’Università di Amburgo.
Il crowdfunding dovrebbe essere insegnato nelle università?
“L’opportunità di inserire il crowdfunding tra gli insegnamenti universitari è indiscutibile – spiega subito la Lenart-Gansiniec – Indipendente dallo specifico corso di laurea. Non si tratta solo di affrontare la trasformazione digitale in corso, ma di mostrare e sviluppare le competenze degli studenti nell’organizzare campagne di finanziamento alternativo da applicare su progetti di vario tipo. Includere il crowdfunding nell’ambito dei corsi universitari contribuisce non solo all’istruzione, ma aumenta anche la capacità di innovare e fa crescere negli studenti le loro capacità imprenditoriali, creative, comunicative, autopromozionali e di digital storytelling.
Imparare il crowdfunding ti consente anche di acquisire competenze di gestione finanziaria. È un ottimo modo per sperimentare nuove idee e progetti, per testare il mercato. Infine, includere il crowdfunding come parte di un corso universitario insegna agli studenti la cooperazione, la responsabilità e l’attenzione necessari per raggiungere un obiettivo prefissato”.
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Quali argomenti dovrebbero essere insegnati in un corso universitario sul crowdfunding?
“Un corso universitario sul crowdfunding dovrebbe coniugare i fondamenti teorici con l’applicazione pratica della materia. Solo questo approccio potrà preparare gli studenti a creare e gestire efficacemente campagne di crowdfunding. Non esiste un modello universale da utilizzare, ma gli studenti devono prima di tutto apprendere i concetti di base relativi al crowdfunding, imparare come definire gli obiettivi finanziari, come fare una ricerca di mercato e delle sue esigenze, come scegliere la giusta piattaforma di crowdfunding.
Ma non è finita qui: gli studenti devono capire come sviluppare soluzioni efficaci per coinvolgere gli utenti online nell’iniziativa, apprendere metodi per promuovere la campagna, costruire una comunità solidale, comunicare e cooperare con tale comunità. Ancora, è importante imparare come gestire i soldi del progetto durante e dopo la campagna di crowdfunding, le norme legali ed etiche, i possibili rischi e le difficoltà che si potrebbero verificare durante una campagna di crowdfunding.
In generale, gli studenti devono imparare quali sono i fattori di successo di una campagna di crowdfunding e come creare una strategia di marketing efficace. Durante il corso è necessario organizzare incontri con gli ideatori di iniziative di crowdfunding di successo e con i proprietari delle piattaforme. Infine, gli studenti dovrebbero essere in grado di organizzare e portare a termine una loro campagna di crowdfunding, sotto la supervisione del docente”.
Che abilità utili si possono acquisire studiando il crowdfunding? Parliamo di abilità trasferibili su diversi lavori?
“Studiare il crowdfunding all’università sviluppa una serie di competenze utili non solo nel mondo degli affari, ma applicabili anche in molti altri ambiti della vita professionale e personale. Insegna competenze di pianificazione, promozione, negoziazione, comunicazione, problem solving, lavoro di squadra, gestione finanziaria, analisi dei dati, ricerca di soluzioni creative, gestione dei progetti, puntualità e conduzione di ricerche di mercato. Soprattutto, il crowdfunding per l’apprendimento consente agli studenti di sviluppare e rafforzare la fiducia in se stessi, capacità di coordinamento in senso lato e qualità di leadership”.
Il crowdfunding fa parte del vasto e mutevole mondo della finanza alternativa. Le università riescono a stare al passo?
“Direi di sì. Certo, il mercato del crowdfunding è soggetto a cambiamenti, che derivano dal suo sviluppo, ma anche dall’introduzione di nuove normative e dall’emergere di nuovi trend tra gli utenti. Per questo i programmi universitari devono essere costantemente aggiornati e adattati a questi cambiamenti. Inoltre, il crowdfunding può essere utilizzato in vari contesti, quindi i percorsi d studio dovrebbero includere diversi aspetti del crowdfunding. Infine, è importante invitare periodicamente a lezione professionisti e rappresentanti di piattaforme di crowdfunding, in modo da essere costantemente aggiornati sulle evoluzioni del settore”.
Cosa succede quando gli studenti incontrano il crowdfunding? Qualche caso pratico da raccontarci?
“Mi piace ricordare alcune delle iniziative realizzate durante il corso di crowdfunding organizzato dalla facoltà di Management e Comunicazione Sociale dell’Università Jagellonica di Cracovia – conclude la professoressa Regina Lenart-Gansiniec – Nell’ambito del corso, oltre alle conoscenze teoriche, gli studenti hanno realizzato autonomamente iniziative di crowdfunding sotto la supervisione dell’istruttore. Una di queste era una campagna intitolata “Na rogu Dekerta” (“All’angolo di Dekert Street”).
Il suo obiettivo era raccogliere fondi per aprire un parco urbano a Cracovia. Gli studenti hanno ricevuto delle istituzioni locali. Si sono anche assicurati di ottenere il sostegno dei rappresentanti e degli attori dei media. Nell’ambito del corso gli studenti, sotto la supervisione del docente, hanno pianificato la strategia e tutte le attività legate all’iniziativa di crowdfunding. L’iniziativa di crowdfunding è stata un successo, gli studenti hanno raccolto la somma richiesta in appena un mese. Questo esempio mostra che è necessario combinare la teoria con la pratica nell’educazione al crowdfunding”.
Tornando tra i confini nazionali, diverse università italiane hanno attivato o stanno attivando percorsi di formazione dedicati al crowdfunding, spesso inseriti all’interno di altri corsi di laurea o di master specialistici. Un caso da manuale è quello dell’Università Bicocca di Milano, che da anni porta avanti con successo l’iniziativa Università del Crowdfunding . Un’esperienza che trova largo spazio anche nel libro Crowdfunding in Higher Educations, con un capitolo dedicato, scritto a più mani da Paola Bongini, Luigi Di Pace, Alessia Pedrazzoli e Monica Rossolini.
a cura di Luca Francescangeli