Con l’equity crowdfunding è possibile scegliere esattamente dove e come investire il proprio denaro. Diversi studi dimostrano che queste scelte sono spesso etiche. Il rendimento economico conta senz’altro. Ma almeno quanto il “ritorno morale”. Scopriamo meglio cosa guida gli investitori nell’analisi delle campagne!
Non contano solo i soldi: il ritorno dell’investimento etico
Come sappiamo, l’equity crowdfunding ha diversi vantaggi. Completamente online e senza burocrazia, è possibile investire su progetti e start-up che riteniamo interessanti.
Certo, non è un’attività senza rischi. Le iniziative proposte sono altamente innovative. Leggi: non sempre facili da valutare. Soprattutto nel loro ritorno finanziario.
Da cosa dipende allora la willingness to pay dell’investitore? Cosa alimenta il valore percepito del progetto?
Secondo gli osservatori, la decisione di investire ha una componente irrazionale. A essere scelti sono quei progetti a cui ci sentiamo vicini emotivamente. Perché ne condividiamo i valori di fondo. O perché condividiamo un legame territoriale con l’impresa.
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Esiste un “ritorno morale” dell’investimento. Secondo la Consob si tratta addirittura del fattore principale di scelta. Può nascere da diverse emozioni:
- Mecenatism: la soddisfazione di essere associati a progetti etici o innovativi;
- Lottery effect: la sensazione di aver investito nella “Next Big Thing”;
- Give back: l’aver fatto qualcosa di utile per il Paese o per il pianeta;
- Emotional value: il sentirsi parte di un “movimento di innovazione”.
È bene che le imprese ne siano consapevoli. Gli investitori devono apprezzare il progetto e il team anche a livello emotivo. Presentazioni troppo focalizzate su elementi economici e razionali rischiano di essere inefficaci.
Occhio quindi al proprio pitch. Bisogna solleticare l’immaginazione dei nostri potenziali investitori. Soprattutto attraverso le immagini (foto e video) e le parole chiave della nostra campagna.
Però anche i soldi contano!
Nel lato etico dell’equity crowdfunding ci crede anche il legislatore. Sono 10 anni che assicura agli investitori dei benefici. Chi investe in start-up o PMI innovative, in cambio di Equity, ottiene agevolazioni fiscali. Parliamo di detrazioni fino a un massimo del 50% dell’investimento. L’etica assicura quindi anche un vantaggio economico.
Ogni investimento infatti può rendere il pianeta un posto migliore. Le imprese, quando presentano una campagna, dovrebbero riflettere sul proprio impatto. Le aziende più attraenti sono quelle che implementano i cosiddetti criteri ESG. Si tratta di un rating di sostenibilità, che certifica la solidità di impegno in termini ambientali, sociali e di governance. Da qui ESG – Environmental, Social and Governance.
Tutti i benefici fiscali legati alla sostenibilità
Per chi investe in business esplicitamente sostenibili, esistono tax benefit specifici su IRPEF e IRES. Sono investimenti in start-up innovative a vocazione sociale (SIAVS) o di ambito energetico.
Le SIAVS operano in via esclusiva nei seguenti settori:
- Assistenza sociale e sanitaria
- Educazione, formazione e ricerca
- Ambiente ed ecosistema
- Cultura.
In sostanza, lavorano per la creazione di valore aggiunto sociale. E soprattutto per il cambiamento. Una tipologia di impresa “ibrida” che sta vivendo una grande fioritura. Anche grazie agli strumenti di equity crowdfunding.
L’equity crowdfunding spinge lo stakeholder capitalism
Gli investitori privati stanno spostando i propri capitali su progetti con impatto sociale. Questa spinta dal basso influenza anche gli operatori istituzionali. Per esempio, aumentano tra i Business Angels gli impact-oriented investors.
Il loro portfolio è composto almeno al 50% da progetti a significativo impatto sociale. Molti accettano ritorni economici inferiori a quelli di mercato e operano in settori sottocapitalizzati. Per questi operatori, particolarmente allettante è la prospettiva del “back to work”. Influisce cioè sulla loro decisione di investire la possibilità di dare professionalmente. Di portare la propria esperienza, competenze e rete di contatti a servizio del progetto e/o dell’impresa.
Cresce anche l’impact investing: il solo mercato italiano vale più di 100 milioni di euro. Questa attività di investimento è condotta da imprese, organizzazioni e fondi. Gli obiettivi sono sempre sociali e ambientali, purché misurabili e intenzionali. In questo modo, il ritorno finanziario è più prevedibile. Un’azione intermedia tra la pura filantropia e gli investimenti tradizionali. Dove il sentimento morale incontra gli strumenti economici.