Quando e come nasce l’idea di fondare una startup innovativa come Nutras? E quali professionisti compongono il vostro team?
L’idea di Nutras nasce da lontano, uno startup weekend della Techstars vinto a Roma nel 2017. Volevamo migliorare l’esperienza di vita delle persone, creando qualcosa di innovativo nel settore della salute. Avevamo pensato ad una APP (a cui pensiamo tutt’ora) ma non aveva le caratteristiche di un MVP (Minimum Viable Product). Serviva qualcosa fortemente richiesto dal pubblico, qualcosa che potesse risolvere una problematica vissuta sulle pelle di tante persone.
Abbiamo così studiato il mercato muovendoci con metodologia lean startup.
Tante interviste, tanti questionari, addirittura in spagnolo ed inglese, ci hanno fatto comprendere come il problema di salute più sentito fosse l’intolleranza al lattosio, seguito dalle infiammazioni delle vie urinarie.
Verticali di mercato enormi e scoperte da prodotti e informazioni, con alta sensibilità da parte dell’utente. L’occasione giusta per inserirci nel business dell’healthcare.
Abbiamo sviluppato il prodotto rivoluzionario per digerire il lattosio e preparato il terreno per anni, fino ad approdare alla fondazione di Nutras Srl (acronimo di Nutraceutical Solutions) con l’obiettivo di fornire soluzioni nutraceutiche ai problemi più sentiti, in packaging che definiamo “wearable”, con astucci portapillole dotati di portachiavi.

Il nostro primo prodotto, l’integratore alimentare Lactosolution 15000 – marchio registrato a livello internazionale – sta avendo molto successo nella verticale di mercato dell’intolleranza al lattosio, essendo l’unico prodotto veramente efficace nel digerire il lattosio. In più ha una confezione impossibile da dimenticare a casa.
Il team è eterogeneo, composto da figure professionali scelte per un successo sicuro.
C’è il farmacista, Matteo, addetto allo sviluppo dei prodotti e alle relazioni Business to Business. C’è Patrizia, esperta di marketing ed ecosistema Startup italiano che si occupa di Customer Relationship Management; Antonella che risolve le problematiche burocratiche con i suoi studi in Giurisprudenza e tiene compatto il team con la sua vocazione HR (è una life coach certificata). Poi ci sono io, Marco, con esperienze di management veramente forti come i sei anni trascorsi in Fiat Chrysler Automobiles – ora Stellantis -, due esperienze di impresa già concluse con una exit, corsi di startup management presso il Mind The Bridge di San Francisco, Management d’Impresa presso l’Istituto Adriano Olivetti e una Laurea Magistrale in Ingegneria.
Inoltre ci avvaliamo dei migliori consulenti per coprire le nostre inevitabili lacune. Insomma abbiamo messo in piedi una squadra dal successo sicuro.
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Il primo prodotto innovativo e rivoluzionario che avete studiato e realizzato è Lactosolution 15000, un integratore alimentare ad alta efficacia per chi soffre di intolleranza al lattosio. Perché è un prodotto unico sul mercato?
Sono tre i motivi principali del successo di Lactosolution 15000:
In primis una formulazione innovativa, che racchiude in una minuscola compressa insapore di 6 mm di diametro ben 15’000 FCC (Food Chemical Codex) di efficacia enzimatica ovvero capace di digerire il lattosio contenuto in qualsiasi pasto – c’è chi ci digerisce tranquillamente un pranzo di matrimonio -.
Poi un packaging rivoluzionario, un portapillole blu completamente in alluminio, dotato di anello portachiavi in modo che la persona intollerante al lattosio possa averlo sempre in tasca, pronto all’uso. Un astuccio impermeabile, resistente a polvere, urti e raggi UV…indistruttibile!.
Terzo la nostra capacità di fare community. Siamo partiti informando il pubblico riguardo la tematica del lattosio, facendoci aiutare anche da professionisti del settore come i biologi nutrizionisti. Abbiamo risposto alle domande degli utenti con scientificità e velocità, dando priorità massima alle problematiche delle persone e facendole sentire comprese – come non farlo, essendo noi in primis intolleranti al lattosio? -. Questo ci ha portato un vantaggio al momento del lancio del prodotto nel mercato e ci regala emozioni tutt’ora.
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Quali sono i nuovi prodotti che state sviluppando e a quali target e problematiche rispondono?
Come dicevo prima avevamo già identificato da tempo la verticale delle infiammazioni delle vie urinarie femminili legate al sesso (la famosa cistite post-coitale). Sarà il primo segmento che andremo ad attaccare a causa della forte richiesta e dell’assenza di prodotti specifici, stiamo già testando la formulazione e applicando ai brevetti. Il portapillole in questo caso sarà fucsia, ovviamente ?
Gli altri prodotti sono in fase di studio, vogliamo affiancare a Lactosolution 15000 un integratore alimentare che possa aiutare a sgonfiare il tratto digestivo e ci stiamo orientando sul carbone attivo con qualche aggiunta particolare. Abbiamo poi una idea per quanto riguarda le allergie primaverili, utilizzando una molecola che non viene ancora usata in Italia.
Ulteriori prodotti, come da nostra filosofia, saranno suggeriti direttamente dal pubblico. Se c’è un problema risolvibile con l’alimentazione è nostro compito trovare la giusta soluzione!
Come funziona invece la Nutri App e in che modo può contribuire a migliorare lo stile di vita delle persone?
Il software che vogliamo sviluppare, previsto solo nel lungo termine, dopo il posizionamento nel mercato con gli articoli in sviluppo, aiuterà le persone a gestire l’alimentazione ed a raggiungere gli obiettivi prefissati.
L’App multipiattaforma sarà in grado di correlare autonomamente gli input dati dall’utente come la dieta, i sintomi, i test diagnostici con un database nutraceutico di soluzioni al fine di restituire, in output, i giusti consigli per migliorare appunto lo stile di vita. Grazie ad un algoritmo di machine learning (intelligenza artificiale), l’App potrà suggerire azioni fisiche e mentali da svolgere, ulteriori test da fare, integratori alimentari specifici da assumere.
Per l’utente sarà un modo di tenere traccia del proprio corpo ed aiutarlo a mantenersi in forma, per noi un canale in più per la vendita di integratori alimentari – magari personalizzati – e test diagnostici.
Quali importanti risultati avete raggiunto finora?
Il risultato più importante per noi è soft, ovvero non matematicamente misurabile. E’ rappresentato dal ricevere ogni giorno email e messaggi di ringraziamento da parte di persone intolleranti al lattosio per aver migliorato la loro vita, come testimoniano le nostre recensioni su Amazon e i commenti su Facebook. E’ una grande soddisfazione dato tutto l’impegno profuso nel progetto.
Abbiamo anche metriche numerabili, ovviamente.
Ci stiamo avvicinando a fatturare 10’000 euro al mese, abbiamo più di 2500 clienti diretti raggiunti nel canale web, forniamo più di 60 negozi a livello nazionale e ci avvaliamo di una schiera di 30 influencers per spingere il prodotto nei social. Il 95% delle recensioni dei clienti sono positive ed il tasso di conversione del nostro e-commerce è pari a 3,13, più del doppio della media italiana.
La differenza tra il lifetime value del cliente e l’acquisition cost è alta, per cui abbiamo buone opportunità per scalare nelle campagne di marketing. L’integrazione alimentare permette margini elevati, si sa, in più l’e-commerce – che nell’era Post Covid è in crescita esponenziale – aiuta a mantenere la marginalità all’interno della nostra azienda abilitandoci a reinvestire e scalare il business.
La campagna di equity crowdfunding di Nutras ha già raggiunto l’overfunding dimostrando grande interesse e partecipazione da parte degli investitori. Quali sono i vostri obiettivi e perché avete scelto questo strumento di finanza alternativa per raggiungerli?
Ho voluto ricorrere personalmente all’equity crowdfunding e vi spiego il perché.
Con i tassi di interesse di oggi, molto bassi, è economicamente più conveniente ricorrere a strumenti ordinari come il mutuo, ed è quello che molti consulenti mi consigliavano.
Dal mio punto di vista però, sentendo anche i pareri di imprenditori che hanno già concluso con successo campagne di crowdfunding, il vero valore che offre lo strumento di raccolta di capitali in equity consiste nelle persone, ovvero nella rete di competenze ed esperienze che i nuovi soci portano a bordo della startup. E’ un “boost” che non ha prezzo.
Alla base del mio concetto di imprenditorialità c’è infatti la condivisione degli obiettivi e delle risorse e sono convinto che il coinvolgimento di persone esterne, soprattutto se dotate di un punto di vista diverso dal nostro, possa accelerare il successo dell’impresa.
Sono rimasto piacevolmente colpito dal vedere più di un nostro cliente investire nella campagna di crowdfunding anche somme importanti, lasciando trapelare la fiducia nel nostro prodotto, nel nostro team e dando così concreto seguito ai ringraziamenti sopra citati.
Abbiamo un obiettivo di 250’000 Euro in questo primo round di raccolta. Non abbiamo voluto esagerare, cercando di crescere in maniera solida e costante, senza sbilanciamenti finanziari.
Questi soldi serviranno per la maggior parte per farci conoscere (marketing online e offline). Abbiamo già delle metriche in cui abbiamo compreso la correlazione tra input (investimento) e output (vendite) per cui crediamo di poter agire bene per aumentare i fatturati qualunque sia il raccolto.