Kopjra progetta, sviluppa e commercializza soluzioni tecnologiche proprietarie Managed Service, SaaS (Software as a Service) ed API (Application Programming Interface) nei settori della cyber security e dei trust services.
L’azienda ha già realizzato tre linee di business (Web Intelligence, Web Forensics e Web Sign) e vanta un portafoglio di clienti, rivenditori e distributori estremamente ricco e variegato, da Sky, all’Arma dei Carabinieri, fino a Chiara Ferragni.
Per scoprire di più su questa realtà e tutti i vantaggi della campagna di equity crowdfunding presente su Mamacrowd, abbiamo intervistato Tommaso Grotto, cofondatore e CEO di Kopjra.
Negli ultimi anni abbiamo assistito al grande sviluppo del settore cyber security. Come nasce Kopjra e qual è la vostra business idea?
Kopjra nasce con l’intento di inserirsi in una serie di mercati in forte crescita (cyber security, cyber intelligence, digital forensics e trust services) con l’ambizione di costruire, passo dopo passo, una software house indipendente, unica nel suo genere, capace di ideare e sviluppare soluzioni tecnologiche proprietarie nell’ambito delle investigazioni online.
La business idea iniziale fu quella di sviluppare una piattaforma SaaS (Software as a Service) che permettesse di gestire e automatizzare complesse operazioni di anti pirateria a supporto di clienti B2B mid ed enterprise afferenti al settore media & entertainment. Oggi Kopjra è questo e moltissimo altro.
Chi c’è dietro il progetto di Kopjra? Chi sono i founder e i principali investitori?
Tra i soci fondatori, oltre a me, vi sono Matteo Scapin ed Emanuele Casadio. Ci siamo conosciuti sui banchi di scuola e dopo varie esperienze insieme e riflessioni ben ponderate, abbiamo deciso di fondare Kopjra. Ad ogni modo nulla sarebbe possibile senza il nostro team che al momento conta altri 5 brillanti professionisti: Luis, Gregory, Lorenzo, Francesco e Luca.
La società, inoltre, ha potuto contare sull’appoggio di diversi investitori: Club Italia Investimenti 2, Metide e Club Digitale che nei primi anni hanno investito circa 500.000 €. Tra i nostri sostenitori istituzionali vi sono anche la Regione Emilia-Romagna, che ci ha premiato tra le migliori startup della regione, e il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), che ci ha onorati di una borsa di ricerca, nell’ambito del bando Brevetti+, per ampliare la portata tecnologica e commerciale di uno dei nostri brevetti concessi in Italia e Stati Uniti.
Oggi, invece, il lead investor della campagna di equity crowdfunding è Azimut, con un investimento fino a 500.000 €, con cui confidiamo di condividere un ulteriore pezzo importante della storia di Kopjra.
Quali sono i prodotti già commercializzati da Kopjra e quali quelli in via di sviluppo?
Kopjra ha realizzato 3 linee di business: Web Intelligence, per la gestione di complesse investigazioni su clear, deep e dark web; Web Forensics, per l’acquisizione forense di contenuti disponibili online da produrre come prove nei giudizi; Web Sign, per la firma elettronica di informative e contratti, anche in formato PDF.
L’obiettivo della società è consolidare queste linee di business, completando le evolutive tecnologiche ed aumentando le vendite in Italia e all’estero.
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Perché investire nella campagna di Kopjra? Quali sono i vantaggi per un piccolo investitore?
Kopjra è arrivata a un momento decisivo. Le soluzioni tecnologiche sono pronte e sono state confezionate per essere proposte non solamente come Managed Service ma anche come SaaS (Software as a Service) ed API (Application Programming Interface). Ogni soluzione è stata ampiamente testata ed è già sul mercato con un buon numero di clienti, che hanno permesso di comprendere i diversi business case e, conseguentemente, approntare il miglior business model possibile.
Grazie a questa campagna vorremmo raccogliere risorse finanziarie adeguate per permettere a Kopjra di fare un salto di qualità da un punto di vista commerciale, potenziando e ampliando il team e le attività di comunicazione, marketing e vendita a supporto del go-to-market delle nostre soluzioni.
La campagna di equity crowdfunding è già in over funding. Come verranno utilizzati i fondi raccolti?
Come anticipato, i capitali raccolti saranno utilizzati in primis (70%) per selezionare nuove figure da inserire nel team commerciale, incluso un direttore commerciale con importanti esperienze pregresse. Una parte residuale dei fondi (30%), invece, saranno destinati al consolidamento tecnologico, al deposito di ulteriori privative industriali ed all’ottenimento e mantenimento di certificazioni di rilevanza strategica per la società.
Come mai avete scelto proprio il crowdfunding come forma di finanziamento? Quali sono i vantaggi di questo metodo di ricerca fondi?
Abbiamo scelto il canale dell’equity crowdfunding perché in questo momento non siamo solamente alla ricerca di risorse finanziarie ma anche umane. Crediamo che la folla di investitori che deciderà di dare fiducia a Kopjra possa essere di enorme supporto nella prossima fase di sviluppo. Saranno i nostri early adopter, potranno testare e commentare in anteprima le nuove funzionalità che rilasceremo in ogni soluzione e ci aspettiamo che vogliano contribuire attivamente alla crescita del business offrendo suggerimenti costruttivi, consigli derivanti dalla loro esperienza professionale e, perché no, presentandoci potenziali clienti e partner con cui tessere nuove relazioni di valore.
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Una cosa che hai imparato con l’esperienza in startup e/o un errore di business che hai commesso e che non ripeterai mai più?
Diventare imprenditori vuol dire accettare di percorrere una strada sempre incerta, densa di ostacoli. Allo stesso tempo non è un mestiere individuale ma un “gioco” di squadra. Bisogna quindi sapersi districare tra il mercato e la concorrenza, con umiltà e spirito di sacrificio, ma anche accettare che fare impresa vuol dire prestare attenzione alle esigenze delle persone che compongono la squadra. Strategia e altruismo.
Ad ogni modo, forse, uno dei più grandi insegnamenti non arriva da un maestro del business ma da un grande filosofo, Socrate: “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza”. La base del fare startup, a mio avviso, si fonda sulla consapevolezza del non sapere, sul desiderio di indagare, scoprire, comprendere. Problema e soluzione. Porsi le domande giuste e, magari, sbagliare piuttosto che dare le risposte giuste alle domande sbagliate.
Il mercato risponde sempre e ogni volta è un nuovo insegnamento. Un errore che, una volta compreso nella sua essenza, saremo in grado di evitare in futuro. Ed evitare a terzi di commetterlo. Essere imprenditori vuol dire condividere, trasferire agli altri la passione per questo lavoro, affinché sempre più persone possano costruire qualcosa di unico di cui essere orgogliose, per sé e la propria squadra.
Scopri la campagna di KOPJRA
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