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Creare una startup innovativa: requisiti, vantaggi e peculiarità

creare una startup innovativa

Indice

Le startup consentono di rispondere velocemente alle sfide della transizione digitale. Pertanto il Governo ha deciso di incentivarne la costituzione. Molte anche le agevolazioni fiscali. Conosciamo meglio la regolamentazione delle startup innovative!

La definizione di start-up innovativa

Chi può dirsi una startup innovativa? Ce lo dice il Decreto “Crescita 2.0” (179/2012 e  successive modifiche). La normativa ha stabilito dei requisiti detti cumulativi, essendo sempre presenti. La startup innovativa deve infatti:

  • Essere una società di capitali nuova o costituita da non più di 5 anni;
  • Non risultare da una fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda;
  • Avere un fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro;
  • Non distribuire utili nei primi anni di vita;
  • Non essere quotata in un mercato regolamentato o su sistemi multilaterali di negoziazione;
  • Avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio innovativo ad alto valore tecnologico.

Fondamentale dunque la definizione di innovazione. Concretamente, parliamo dell’introduzione sul mercato di qualcosa. Può essere un prodotto/servizio nuovo. Oppure un miglioramento nei processi. L’importante è che risponda a un bisogno esistente. E che l’impatto sia positivo. Deve risultare evidente il progresso.

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Requisiti: l’aggiornamento al 2022

Le startup innovative devono iscriversi in una sezione speciale del Registro Imprese Nazionale. Altrimenti non si può accedere ai numerosi benefici di legge. 

Iscrivendosi, l’azienda dichiara di avere i requisiti sopra elencati. Ma non è finita qui. Deve poi dimostrare di mantenerli nel tempo. La verifica è annuale. Dopo il deposito del bilancio ed entro il 30 giugno, le startup devono confermare il possesso dei requisiti. Pena la perdita dello status speciale.

Oltre ai requisiti cumulativi, l’impresa deve avere almeno anche un altro requisito. Può sceglierlo in un elenco di tre. E per questo è detto alternativo. Tuttavia potrebbe anche averne due. O tutti e tre. L’importante è che sia almeno uno.

È bene informarsi perché vengono ciclicamente aggiornati. I requisiti delle startup innovative per il 2022 sono:

  • spese in R&S uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione;
  • presenza di personale qualificato;
  • presenza di titoli di proprietà industriale correlati all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Il primo requisito è abbastanza chiaro. Gli altri due invece meritano un rapido approfondimento.

Cosa identifica il personale? La legge rimanda a lavoratori dipendenti o assimilati. I consulenti a partita IVA non possono quindi essere considerati. I soci amministratori solo se sono anche impiegati nella società. Gli stagisti quando sono retribuiti. 

Il Mise ha specificato anche cosa possiamo considerare ai fini del terzo requisito. Innanzitutto sono esclusi il disegno e modello registrato, nonché il marchio dell’azienda. Validi invece:

  • il brevetto per invenzione o per nuova varietà vegetale;
  • la topografia di prodotto a semiconduttori registrata;
  • il modello di utilità.

Tutte dunque privative industriale. È importante sapere che questi titoli possono essere usati come requisito una volta sola. Una volta associati a una startup, non possono essere utilizzati per un’altra. Anche se di nuova costituzione.

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Vantaggi fiscali e semplificazione normativa

Le startup innovative accedono a benefici per 5 anni successivi alla costituzione. Alcuni sono esenzioni fiscali. Altri sono semplificazioni normative. Vediamo le più importanti. 

Innanzitutto, lo Stato ha cercato di mitigare il rischio delle startup. Incentivando il finanziamento di queste realtà. Infatti gli investitori equity hanno sgravi fiscali sul capitale versato. Questo vale sia per le persone fisiche che giuridiche. Lo Stato sostiene anche le richieste di prestito delle startup innovative. Il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese copre fino allo 80% del credito concesso. Fino a un massimo di 2,5 milioni di euro.

Le startup innovative sono poi esonerate dal pagare le Camere di Commercio. Sia al momento dell’iscrizione sia per tutti i 5 anni successivi. Ci sono vantaggi importanti anche lato IVA. Non c’è obbligo di apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti IVA. In questo modo si cerca di agevolare il cash flow dell’impresa.

Tornando alla costituzione, la procedura è semplificata. I founders possono usare un modello standard per atto costitutivo e statuto. La firma della convalida può esssere anche digitale. In questo modo è possibile risparmiare sul notaio. Il modello è scaricabile dalla piattaforma startup.registroimprese.it. Non è però modificabile.

Le startup innovative possono diventare PMI innovative molto facilmente. Le due categorie godono di benefici simili. Anzi si tratta di un passaggio auspicato. Vorrebbe dire infatti che l’impresa si è consolidata. Inoltre, le startup innovative con più di 5 dipendenti non hanno limiti al numero di contratti a tempo determinato. A dimostrazione che le risorse umane qualificate sono al centro del percorso di crescita.

Quando invece la startup non trova stabilità, è possibile operare un Fail Fast. Ossia una rapida chiusura dell’attività. L’azienda è esonerata dalle procedure di fallimento classiche. Gli oneri da fallimento sono molto limitati. Questo in riconoscimento dell’elevato rischio di impresa dei founders.