Le aziende, e le Pmi in particolare, si affidano con sempre maggior fiducia agli strumenti della finanza alternativa.
È quanto emerge dal 4° Report sulla Finanza Alternativa per le PMi realizzato dal Politecnico di Milano, secondo cui nell’ultimo anno questi strumenti hanno finanziato le Pmi per oltre 4 mld di euro, con un incremento vicino al 60% rispetto all’anno precedente.
Tra le diverse forme di finanza alternativa prese in considerazione rientrano venture capital, private equity, invoice trading, minibond e crowdfunding.
E proprio sul crowdfunding emergono numerosi dati interessanti che vale sicuramente la pena approfondire.
Il crowdfunding come strumento di crescita per le piccole e medie imprese
Quello del crowdfunding è un mondo particolarmente articolato e variegato che, per semplicità, possiamo distinguere in due macrocategorie:
- un crowdfunding finanziario, a cui posiamo ricondurre l’equity e il landing crowdfunding;
- altre forme di crowdfunding, principalmente donation e reward.
I dati raccolti dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano nel Report 2021 tracciano un trend oltremodo positivo.
Il report prende in considerazione tutti i dati di raccolta fino al 1° semestre del 2021 e gli andamenti risultano significativamente in crescita.
Partendo dal dato generale, le diverse tipologie di crowdfunding hanno generato un volume di raccolta di circa 504 milioni di euro negli ultimi 12 mesi (lug. 2020 – giu. 2021), con un tasso di crescita del 172% vero i 12 mesi precedenti.
Guardando nel dettaglio al settore di nostro principale interesse, ossia l’equity crowdfunding i numeri sono, ancora una volta, straordinariamente positivi.
L’equity crowdfunding non immobiliare ha registrato infatti una raccolta pari a 93,3 milioni di euro, con una crescita del 63% rispetto al periodo omologo. A queste cifre si aggiungono gli oltre 34 mln di euro (+ 76%) raccolti dai portali specializzati nel settore immobiliare, portando il totale del comparto alla cifra record di 126 milioni.
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Crowdfunding: un confronto tra Italia e Europa
Per avere una visione più chiara e d’insieme dei macro trend relativi al settore del crowdfunding può essere confrontare i dati italiani con quelli del resto del continente europeo.
Le analisi pubblicate nel 2021 dal Cambridge Centre for Alternative Finance4, relative ai dati 2020, stimano un flusso di raccolta complessiva in Europa per i portali riconducibili a equity e lending crowdfunding, pari a $ 11,98 miliardi, in flessione rispetto al 2019 ($ 14,19 mld).
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La prima evidenza su cui porre attenzione è che il nostro mercato nazionale cresce più degli altri, pur mantenendo ancora una certa distanza in termini di volumi assoluti di raccolta rispetto a ai mercati più maturi.
Guardando ai Paesi più importanti, si nota il ruolo dominante proprio del Regno Unito, con una raccolta di $ 5,46 miliardi.
La peculiarità del Regno Unito è la presenza di numerosi portali di lending che offrono prestiti a persone fisiche, garantiti da proprietà immobiliare.
Si tratta di un ambito dove la quota di mercato dei britannici nel 2020 è addirittura il 72% in Europa. L’equity crowdfunding detiene invece un peso minore a livello continentale.
In Francia si registra una buona crescita in tutti i comparti, soprattutto nel business landing e nell’equity crowdfunding, specialmente quello immobiliare (che nel 2020 pesa per $ 409 milioni sul totale riportato nel grafico di $ 466 milioni). Il totale della raccolta nel 2020 è pari a $ 1,23 miliardi.
La Germania è l’unica nazione dove la raccolta è sostanzialmente immutata nel 2020 rispetto al 2019, a quota € 1,33 miliardi. Qui i portali che erogano prestiti alle imprese non hanno grande peso, ma il business lending è l’unico settore in crescita. Come nel caso francese, l’immobiliare riveste un peso significativo nell’equity crowdfunding e si nota invece un flusso consistente nel mondo del consumer lending.
Guardando a queste cifre quindi, L’Italia, pur crescendo moltissimo in termini relativi, dovrebbe almeno raddoppiare i propri flussi di raccolta per raggiungere i livelli di Francia e Germania, mentre i volumi del Regno Unito rappresentano un traguardo oggettivamente troppo distante stante le dimensioni attuali del nostro mercato.
Come cambiano i portali italiani dedicati al crowdfunding
Che il mercato italiano del crowdfunding sia in crescita e in evoluzione non è dimostrato solamente dall’aumento dei capitali raccolti. Un indicatore dello stato di buona salute del mercato del nostro Paese è sicuramente rappresentato anche dalla nascita di nuovi portali dedicati alla raccolta fondi.
Sempre secondo il rapporto del Politecnico, alla fine del 1° semestre 2021, risultavano 51 portali dedicati all’equity crowdfunding autorizzati dalla Consob (9 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Sono ancora poche invece le piattaforme che hanno ottenuto l’autorizzazione dalla Consob per l’allocazione di titoli di debito o per aprire delle bacheche di scambio per quote e partecipazioni.
Il successo del crowdfunding italiano
La normativa che ha dato il via libera alla raccolta di capitale di rischio da parte delle aziende nel nostro Paese risale all’ormai lontano 2014.
In questi sette anni, il crowdfunding ha segnato delle crescite record in Italia.
In questo periodo sono state infatti lanciate 831 campagne in totale, di cui 588 (pari al 71%) si sono concluse con esito positivo e 60 erano ancora in corso (ma avendo già raggiunto il target minimo) al momento della chiusura del rapporto del Politecnico, lo scorso giugno.
Guardando nel dettaglio i periodi più recenti. il 2020 ha segnato un record storico con 209 progetti chiusi e una crescita del 13,6% rispetto al 2019; un risultato ancor più positivo se pensiamo che la pandemia avrebbe potuto compromettere significativamente il comparto.
Anche il primo semestre del 2021 ha segnato un trend estremamente positivo, con 102 progetti con un tasso di successo superiore al 90%.
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