L’equity crowdfunding è una forma di finanziamento ormai ampiamente diffusa in tutto il mondo, grazie alla quale le aziende possono accedere al capitale privato degli investitori che decidono di sostenere progetti di business ad alto potenziale.
Non in tutto il mondo però l’equity crowdfunding ha avuto lo stesso sviluppo o risponde alle medesime regole.
Può quindi essere utile capire cosa succeda dai nostri confini nazionali, ed è per questo che abbiamo deciso di realizzare una carrellata sull’equity crowdfunding nelle principali economie del pianeta.
Storia dell’equity crowdfunding
Vi siete mai chiesti come sia nato l’equity crowdfunding?
La prima proposta per il lancio di un progetto di equity crowdfunding risale al 2000 ed è stata realizzato in Russia. La piattaforma avrebbe dovuto gestire i processi di crowdinvesting, rivolgendosi a quegli imprenditori, startup e piccole imprese avvelandosi dell’ausilio di un database informatico e fornendo informazioni su progetti di business e servizi professionali di consulenza per gli investitori.
Il modello proposto prevedeva che i finanziamenti venissero conclusi attraverso la firma di accordi individuali, modello in seguito classificato come non sicuro dall’acceleratore di startup YCombinator.
La prima vera piattaforma di equity crowdfunding è stata lanciata nel 2007 in Australia con il nome di Australian Small Scale Offerings Board (ASSOB).
ASSOB è oggi attiva come Enable Funding, una piattaforma di raccolta di equity con licenza di titoli che ha raccolto oltre 150 milioni di dollari per 176 società private.
La prima società statunitense è stata invece ProFounder che nel 2011 ha lanciato un uno strumento per le startup per raccogliere investimenti direttamente sul sito. Successivamente le attività furono sospese a seguito dell’entrata in vigore della legislazione federale sull’euqity crowdfunding.
Se questi sono gli inizi dell’equity crowdfunding, vediamo come l’attività si è sviluppata in seguito e quali siano le previsioni normative nei più importanti Paesi del mondo.
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L’equity crowdfunding in Argentina
Pur se ammesso all’interno del codice civile nazionale, l’equity crowdfunding non era stato inizialmente regolamentato da una specifica legislazione.
L’approntamento di un assetto normativo di riferimento è stato successivamente effettuato dalla CNV (Comisión Nacional de Valores), l’organismo di autorità, regolamentazione e controllo del mercato dei capitali.
Similarmente a quanto avviene in Italia, nel paese sudamericano l’equity crowdfunding può essere esercitato esclusivamente attraverso piattaforme di investimento collettivo che devono fare capo a società preventivamente autorizzate dalla stessa CNV.
Tali società devono rispondere a una serie di precisi requisiti e prevedere esplicitamente nel proprio statuto la finalità di “mettere in contatto persone, fisiche o giuridiche, che agiscono come investitori con persone, fisiche o giuridiche, che richiedono finanziamenti”.
L’equity crowdfunding in Australia
La regolamentazione dell’equity crowdfunding in Australia è passata attraverso un iter legislativo piuttosto articolato.
Se infatti la raccolta fondi nella forma delle donazioni è sempre consentita, ci sono normative più stringenti nel caso dei finanziamenti a debito o in capitale di rischio che si richiamano alla legge sulle società australiane, nota come Corporations Act.
Già nel 2014, l’ormai disciolto Corporations and Markets Advisory Committee (CAMAC) aveva pubblicato un rapporto sull’equity crowdfunding proponendo al governo la realizzazione di un regime normativo specifico per il settore, suggerendo alcune limitazioni.
Secondo il documento, infatti, si sarebbe dovuto imporre un limite massimo di investimento pari a 10 mila dollari per gli investitori privati con un tetto di investimento di 2.500 dollari per ogni singola azienda finanziata. Allo stesso tempo veniva previsto per le aziende un limite di raccolta di 2 milioni di dollari all’anno.
Nel 2015 il governo australiano si impegnò a semplificare l’accesso a finanziamenti crowd-sourced per le piccole e medie imprese semplificando requisiti e criteri di accesso alla raccolta di capitale.
Allo stesso tempo vennero stanziati circa 7,8 milioni di dollari in quattro anni per consentire alla Australian Securities and Investments Commission (ASIC) di attuare e monitorare il quadro normativo per la regolamentazione puntuale dei finanziamenti in equity crowdfunding in Australia.
Tra il 2016 e il 2017, a seguito della discussione e approvazione di alcuni emendamenti al Corporations Act, furono concessi 6 mesi all’ASIC per approntare il quadro normativo e procedere al successivo rilascio delle licenze per le piattaforme di equity crowdfunding.
Le prime licenze furono poi effettivamente rilasciate nel 2018, mentre sono del settembre dello stesso anno gli emendamenti che hanno consentito l’allargamento dell’accesso ai finanziamenti in equity crowdfunding anche alle piccole imprese.
L’equity crowdfunding in Austria
A partire dal 2015 l’Austria ha introdotto una legge che regola specificamente il crowdfunding e altre forme alternative di investimento.
La legge ha lo scopo di stabilire un chiaro quadro giuridico per il crowdfunding non solo per rendere questa forma di investimento più accessibile agli imprenditori, ma anche per proteggere meglio gli investitori e prevenire gli abusi.
L’equity crowdfunding in Belgio
I siti di equity crowdfunding in Belgio hanno cominciato a nascere già dal 2011, pur in assenza di uno specifico quadro normativo di riferimento.
Il primo intervento legislativo specifico in materia risale infatti al 2014 e prevedeva limitazioni piuttosto stringenti per il settore. Veniva infatti fissato un limite di 300 mila euro di raccolta per ogni singolo progetto, mentre le quote versate dai singoli investitori non potevano essere superiori ai 1.000 euro.
A partire dal 2019 il governo fiammingo si è impegnato in un’opera di progressivo allentamento di queste limitazioni per consentire maggiori libertà di investimento e di raccolta di capitali.
L’equity crowdfunding in Canada
Il primo portale di equity crowdfunding del Canada è Optimize Capital Markets che è stato lanciato in Ontario nel settembre 2009.
A partire dal 2013 le diverse province hanno iniziato a promuovere singolarmente iniziative legislative per la regolamentazione dell’equity crowdfunding canadese.
L’equity crowdfunding in Cina
Il 19 novembre 2014 nel discorso del Consiglio di Stato, il primo ministro Li Keqiang ha approvato l’equity crowdinvesting come parte dell’innovazione finanziaria per risolvere le difficoltà di finanziamento delle piccole e medie imprese. Il 20 gennaio 2015, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha approvato le prime otto piattaforme di equity crowdinvesting.
L’equity crowdfunding in Estonia
Il primo sistema di equity crowdfunding in Estonia è stato lanciato nell’agosto 2015 da Fundwise.
In assenza di una normativa specifica per il settore vengono utilizzate le linee guida per il crowdfunding varate dall’associazione industriale Finance Estonia e da Deloitte nel 2016.
L’equity crowdfunding in Finlandia
Invesdor è stato il primo portale di equity crowdfunding finlandese, nato nel 2012.
Dal punto di vista normativo, mentre la legislazione finlandese si differenzia abbastanza dagli altri paesi per il donation based crowdfunding, essa è invece piuttosto allineata a quella degli altri paesi europei per quanto riguarda le altre forme di finanziamento, tra cui appunto l’equity crowdfunding.
La piattaforma Invesdor ha esteso nel tempo i propri servizi anche ad aziende danesi ed estoni, mentre dal 2013 la piattaforma svedese FoundedByMe ha lanciato il proprio portale sul territorio finlandese.
L’equity crowdfunding in Germania
Dopo due progetti minori avviati nel 2010, il 2011 può essere considerato il primo anno di successo per il crowdfunding in Germania. Il più grande progetto di crowdfunding è stato lanciato dalla società Brainpool nel dicembre 2011 per finanziare il film della serie televisiva di successo Stromberg.
L’obiettivo della società era di raccogliere un milione di euro entro marzo 2012, mentre la somma è stata raggiunta in una settimana.
L’equity crowdfunding a Hong kong
Le piattaforme di equity crowdfunding, per operare a Hong Kong, necessitano di una specifica autorizzazione da parte della Securities and Futures Ordinance.
Inoltre, la Securities and Futures Commission, l’autorità di regolamentazione dei titoli di Hong Kong, può imporre alcune restrizioni legali o condizioni di licenza alle piattaforme di equity crowdfunding, come l’obbligo di fornire servizi solo agli investitori professionali.
L’equity crowdfunding in Irlanda
L’Irlanda non dispone di una legislazione specifica ed omogenea relativa all’equity crowdfunding.
Per orientarsi rispetto alla disciplina del settore bisogna far riferimento a una serie di regolamentazioni, partendo dalla Direttiva Prospetto del 2003. Altro riferimento normativo è costituito dalla Markets in Financial Instruments Directive (MiFID) (Direttiva 2004/39/CE) come recepita nel diritto irlandese dalla European Communities e ancora dalla legge sugli intermediari d’investimento del 1995 e il Consumer Credit Act del 1995.
L’equity crowdfunding in Israele
Israele deve ancora emanare una regolamentazione per l’equity crowdfunding. Pertanto, qualsiasi attività di equity crowdfunding è attualmente regolata dalla legge israeliana sui titoli che consente l’offerta di partecipazioni a u massimo di 35 investitori non professionali e una quantità illimitata di investitori professionali.
La Israeli Securities Authority ha proposto l’adozione di un nuovo quadro normativo per l’equity crowdfunding in Israele, che però non è stato ancora adottato. Alcuni dei punti principali prevedono:
- un importo massimo di finanziamento fino a 2 milioni ILS in 12 mesi;
- limitazione dell’importo da investire da ogni individuo a 10.000 ILS;
- presenza di un investitore qualificato (come definito nei regolamenti) che investa almeno il 10% dell’importo totale.
L’equity crowdfunding in Italia
L’Italia è stato il primo paese in Europa ad adottare una regolamentazione specifica per l’equity crowdfunding fin dal 2013.
Il regolamento, emanato dalla Consob, prevede un registro pubblico nazionale per i portali di equity crowdfunding e specifici obblighi di trasparenza sia per le società emittenti che per le piattaforme.
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L’equity crowdfunding in Malesia
Nel giugno 2015, la Malaysian Securities Commission (MSC) ha approvato sei piattaforme azionarie che hanno inziato ad operare entro la fine dell’anno. Le piattaforme approvate includono Alix Global, Ata Plus, Crowdonomic, Eureeca, pitchIN e CrowdPlus .
L’equity crowdfunding nei Paesi Bassi
Nell’aprile 2011, Symbid è stata fondata nei Paesi Bassi da Robin Slakhorst e Korstiaan Zandvliet come una delle prime piattaforme di investment crowdfunding del mondo.
Nel dicembre 2014, l’Autorità dei Paesi Bassi per i mercati finanziari ha pubblicato “Crowdfunding – Verso un settore sostenibile” che fornisce indicazioni per uno sviluppo sostenibile del su come il mercato del crowdfunding.
L’equity crowdfunding in Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda ha promulgato il quadro giuridico per l’equity crowdfunding nel 2013 e i relativi regolamenti nel 2014.
I regolamenti consentono, ad oggi, ad ogni società neozelandese di raccogliere fino a 2 milioni di dollari in 12 mesi attraverso una piattaforma di equity crowdfunding autorizzata.
PledgeMe e Snowball Effect sono state le prime due piattaforme a ricevere le licenze.
Snowball Effect ha lanciato la prima offerta di equity crowdfunding della Nuova Zelanda nell’agosto 2014, con il birrificio artigianale Renaissance Brewing che ha raccolto con successo 700.000 dollari in 13 giorni.
Nel marzo 2015, Invivo Wines è diventata la prima azienda neozelandese a raccogliere 2 milioni di dollari, l’importo massimo consentito dai regolamenti.
Nell’ottobre 2015, la Financial Markets Authority ha autorizzato un nuovo portale di equity crowdfunding chiamato AlphaCrowd che ha focalizzato solo su aziende digitali e tecnologiche e con la mission di attrarre investitori cinesi in Nuova Zelanda.
L’equity crowdfunding in Polonia
L’attività delle piattaforme di equity crowdfunding sul mercato polacco è stata specificata dall’Autorità di vigilanza finanziaria polacca nel maggio 2019.
Le piattaforme non sono soggette a regolamenti particolari, e possono agire sulla base della legge sul diritto degli imprenditori, secondo cui l’imprenditore può compiere tutte le azioni tranne quelle esplicitamente vietate dalla legge.
Le piattaforme sono invece tenute a proporre documenti informativi agli investitori con dettagli sull’operazione e sulla tipologia di strumento finanziario offerto. Pertanto, è possibile affermare che la piattaforma di equity crowdfunding agisca come uno strumento pubblicitario che permette alle società emittenti di realizzare solo campagne promozionali.
Nel 2018, inoltre, la polonia ha recepito il Regolamento europeo che fissava in 1 milione di euro il limite di raccolta per il crowdfunding ma che, allo stesso tempo, concedeva al legislatore polacco la facoltà di innalzare lo stesso limite fino al tetto degli 8 milioni.
L’equity crowdfunding a Singapore
L’Equity Crowdfunding attualmente rientra nel Collective Investment Scheme che è regolato dalla Monetary Authority of Singapore (MAS).
Il MAS governa le attività di crowdfunding sotto il Securities and Futures Act e il Financial Advisers Act. Sotto la giurisdizione del MAS ricadono sia l’equity-based crowdfunding che il debt-based crowdfunding.
In entrambi i casi, la piattaforma di crowdfunding di una licenza CSL (Capital Markets Service). Alle piattaforme è data anche la possibilità di offrire servizi di consulenza agli investitori, purché si doti di una specifica licenza come consulente finanziario.
L’equity crowdfunding in Spagna
In Spagna la legge per la regolamentazione del crowdfunding è stata introdotta nel 2015.
Ad oggi, le piattaforme più importanti, autorizzate dall’autorità di vigilanza spagnola sono Fellow Funders (equity), Housers (lending), Socios Inversores (equity), Capital Cell (equity), October (lending), Grow.ly (lending), Urbanitae (lending), Dozen (Before The Crowd Angel) (equity), MytripleA (lending), Adventurees e Startupxplore (equity).
L’equity crowdfunding in Svezia e Norvegia
I primi portali di crowdfunding sono stati lanciati in Scandinavia dal 2010, supportando sia il crowdfunding in lingua locale che quello in lingua inglese.
La pima piattaforma di crowdfunding attiva in Svezia oggi è Crowdculture, lanciata nel 2010. Il sistema funziona con un meccanismo ibrido unico in cui il crowdfunding funziona come base per prendere decisioni di investimento pubblico in crowdsourcing.[77] Il portale donation based FundedByMe è attivo in Svezia e Norvegia dal 2011e l’attività di crowdfunding svedese si sta evolvendo in parallelo al Crowdfunding negli Stati Uniti con l’Equity-Based crowdfunding, diventato attivo in Svezia nel tardo 2012.
Anche la piattaforma Invesdor ha iniziato ad operare in Svezia nel febbraio 2013.
L’equity crowdfunding in Svizzera
La principale piattaforma di crowdinvesting in Svizzera è investiere.ch.
L’Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari non ha stabilito regolamenti specifici per le piattaforme di crowdinvesting.
In pratica, ogni piattaforma viene esaminata caso per caso ed l’autorizzazione viene rilasciata in funzione dell’esito della valutazione.
In generale, se il denaro raccolto è solo intermediato attraverso la piattaforma e non centralizzato in alcun modo, i portali anche privi di licenza stanno agendo nel rispetto della legge svizzera.
L’equity crowdfunding nel Regno Unito
Il 1° aprile 2014, la regolamentazione del mercato del credito al consumo in Inghilterra è passata dall’Office of Fair Trading (OFT) alla Financial Conduct Authority (FCA), conferendo a quest’ultima la responsabilità di regolamentare il mercato del crowdfunding.
Abundance Generation è stata la prima piattaforma di debt crowdfunding nel Regno Unito) ad essere regolata dalla Financial Conduct Authority. La piattaforma è stata autorizzata nel luglio 2011 ed è stata lanciata al pubblico nel 2012.
Abundance Generation fornisce finanziamenti dal basso agli sviluppatori di energie rinnovabili con sede nel Regno Unito.
La prima piattaforma specifica per l’equity crowdfunding in Inghilterra è stata Seedrs, lanciata nel 2012 e tuttora tra le principali piattaforme di crowdfunding del Regno Unito.
Sempre nel 2012 Richard Branson ha annunciato il suo sostegno alla piattaforma di crowdfunding, crowdinvesting e crowdlending BankToTheFuture, mentre nel 2013 è approdata sul mercato CrowdCube.
Nel 2014 è invece nata SyndicateRoom, la prima piattaforma di equity crowdfunding guidata direttamente dagli investitori.
Sempre nel 2014 è stata lanciata Crowd for Angels, considerata la prima piattaforma di debt e equity crowdfunding autorizzata dalla FCA.
Nel marzo 2015, Eureeca è stata la prima piattaforma internazionale a ricevere l’approvazione normativa dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito. Nell’aprile 2017, Capital Cell, una piattaforma specializzata nel crowdfunding biotech e life sciences dalla Spagna, ha lanciato la sua filiale nel Regno Unito e ha ricevuto l’approvazione normativa dalla Financial Conduct Authority nel settembre 2017.
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L’equity crowdfunding negli Stati Uniti
Fino al 2016 gli investimenti in equity crowdfunding negli Stati Uniti erano limitati una cerchia di investitori accreditati, individuati sulla base delle disponibilità del patrimonio netto o del reddito e gli investimenti potevano essere effettuati esclusivamente con l’intermediazione di un broker autorizzato.
A partire dal 2016 la possibilità di investire in equity crowdfunding è stata estesa a tutti i cittadini senza limitazioni patrimoniali ed è stato consentito che l’investimento venisse effettuato o tramite un broker autorizzato o attraverso piattaforme registrate presso la Securities and Exchange Commission (SEC).
Legislazione federale
La legislazione federale sull’equity crowdfunding negli Stati Uniti prevede che tutti i portali siano registrati e autorizzati presso la SEC, come forma di monitoraggio del mercato e tutela nei confronti degli investitori.
Le normative prevedono inoltre che le società emittenti non possano raccogliere cifre superiori a 1 milione di dollari nell’arco di 12 mesi.
Allo stesso tempo vengono imposti dei limiti di investimento per privati, con un tetto massimo fissato in 100.000 dollari, in funzione della situazione reddituale e patrimoniale di ogni investitore.
Nel dettaglio gli investimenti consentiti nell’arco di 12 mesi sono:
- fino a 2.000 dollari o al 5% del reddito annuale o del patrimonio netto, se il reddito annuale o il patrimonio netto dell’investitore è inferiore a 100.000 dollari;
- fino al 10% del reddito annuale o del patrimonio netto (ma comunque non oltre i 100.000 dollari), se sia il reddito annuale che il patrimonio netto dell’investitore superano i 100.000 dollari.
Legislazione statale
Molti osservatori considerano la legislazione federale sul crowdfunding come particolarmente limitante e diversi stati degli Stati Uniti hanno recentemente emanato o stanno considerando di emanare proprie leggi di regolamentazione del settore per facilitare le offerte di investimento all’interno dei singoli stati. Tali operazioni sono infatti esenti dalla disciplina federale.